AIUC - ASSOCIAZIONE ITALIANA ULCERE CUTANEE ETS

Biopsia delle ulcere: quando e come eseguirla?

Le ulcere neoplastiche o la degenerazione neoplastica di ulcere preesistenti sono fenomeni rari e a volte è difficoltoso diagnosticarle. Così anche le ulcere vasculitiche in quanto non vi sono caratteristiche istiopatologiche che siano assolutamente patognomoniche delle specifiche sindromi vasculitiche. Tuttavia una attenta analisi del quadro istologico predominante e la combinazione di dati clinici può darci parecchie informazioni ed indirizzare verso una più specifica diagnosi. Si dovrebbe eseguire la biopsia dell’ulcera nel caso in cui l’aspetto della ferita sia atipico o vi sia un peggioramento o la mancata progressione dopo 12 settimane di trattamento attivo.

I reumatologi consigliano la biopsia precoce in quanto il quadro istologico potrebbe evolvere e non è più possibile risalire all’ origine.

Oltre all’esame istologico, la biopsia delle ulcere serve anche come esame colturale. E’ un esame quantitativo in quanto indica precisamente la carica infettante per grammo per tessuto (colony-forming units/gram of tissue; 150 CFU/gr = infezione).

Come eseguirla?

L’ulcera deve essere lavata e pulita dal tessuto necrotico o lo slough, anestetizzata tramite impacco di pomata anestetica o tramite iniezioni. Una volta che il tessuto è diventato insensibile si procede, previa preparazione di campo sterile, al prelievo di 2 campioni quali bordo (leggermente fuori dall’ area della lesione per comprendere un margine di tessuto sano) e centro (dove il tessuto si presenta più “brutto”) per un’ accurata diagnosi.

Utilizzando un punch di 3-4 mm ? con la mano dominante, mentre si tiene teso il tessuto con l’ altre mano, si fora facendo pressione e contemporaneamente ruotando il punch a destra/sinistra. Una volta penetrato il derma fino al sottocute, si rimuove il punch e il tessuto campione si afferra con una pinza sterile, tagliato alla base con forbice o bisturi e poi introdotto nell’ apposito contenitore per l’ analisi di laboratorio.

Si applica pressione con garze per fermare eventuale emorragia facendo stare il paziente a gamba sollevata  a livello leggermente più alto del cuore. Una volta a domicilio si consiglia il riposo e il supplemento di antidolorifico in quanto potrebbe sentire dolore una volta che l’ effetto dell’ anestetico locale sia passato.

I pazienti scoagulati con INR > 2.5 non dovrebbero essere sottoposti a biopsia. Bisogna inoltre fare attenzione anche ai pazienti con immunodeficienza per il rischio alto di infezione.